Chiara P. (mamma di Davide, 6 anni, e Irene, 8 anni)

“Mamma, ma chi ha inventato Passoscuro?”
Chiede Davide la sera del suo arrivo qui.
Come sempre le sue domande semplici e dirette mi spiazzano, vanno dritte al cuore delle cose, e mi prendo tutta la settimana per trovare e soprattutto gustarne la risposta.
Chi ha inventato questo luogo-non luogo, che sa essere Casa ogni anno in modo diverso per ciascuno di noi? Questo posto che quando arrivi la prima volta vuoi scappare, e poi finisci per scapparci dentro ogni volta che puoi (anche “da grande”, con famiglia a seguito) alla ricerca di un luogo dove TUTTO è amato, dal sudore alla stortura, fisica o di cuore che sia.
E chi potrebbe aver inventato un luogo apposta per farti accorgere di quanto sei amata/o e preziosa/o?
È il profumo di Dio che si nasconde tra quello della schiuma da barba e degli afrori meno piacevoli, tra i profumi della cucina e quelli di crema solare e salsedine. Colui che ha inventato tutto ciò è rimasto ad abitarlo, ne è l’essenza invisibile che spesso puoi scorgere in un sorriso sdentato, un silenzio imbronciato o uno sguardo profondo.
Ma come ho scoperto quest’anno, Passoscuro continua ad essere inventato da ogni persona che lo abita. Non è mai uguale a se stesso, ma come l’Amore (o come Lucrezia!) è in continuo movimento e ricerca, e ciascuno di noi può dire di averlo inventato: con un gesto nuovo, una conchiglia raccolta, un aquilone colorato, un ballo mai ballato.
E allora non mi stupisco se Irene, dopo aver scoperto con le sue mille domande che Eleonora veniva a Passoscuro solo da un anno, le chiede stupita: “Davvero? E come facevi prima?”

Anche quest’anno, Qualcuno ha inventato Passoscuro.
Anche quest’anno, abbiamo inventato Passoscuro.

E tu, come facevi prima?

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